Copywriting e storytelling: don’t try this at home!
Sei rimasto senza parole? Chiedi al nostro copywriter! – Parte II
Pensare che il lavoro del copywriter consista solo in estro e creatività, lasciati liberi di esprimersi tra le righe di un testo scritto, è un errore. Il copywriting professionale, applicato al mondo digitale, oggi segue regole precise che, se rispettate, possono trovare l’approvazione anche del più severo dei giudici: Google.
Oggi parleremo di:
- SEO contenutistica: liberate i copywriter!
- Leggete tra le righe: una vita in bianco e nero
- Il servizio di copywriting: i vantaggi di affidarsi a un professionista
SEO contenutistica: liberate i copywriter!
Nell’articolo precedente sul copywriting ho concluso affermando che Google tiene al guinzaglio la creatività e la libertà di un copywriter, ponendo precisi paletti, entro i quali questo dovrà necessariamente muoversi se vuole che il suo testo emerga online.
Questo guinzaglio prende il nome di SEO (Search Engine Optimization). Ottimizzare i contenuti testuali di un sito web o di un articolo blog in ottica SEO è quanto di più frustrante ci sia per un copywriter, ma rappresenta anche il modo migliore per rendere un testo più leggibile e fruibile per l’utente, oltre che più rintracciabile online in ottica di visibilità di un brand.
“Un copywriter non salterà mai una scadenza, a costo di lavorare anche di notte, nei weekend e nelle feste comandate.”
Ecco, allora, che un testo scritto in modo professionale deve contenere:
- parole chiave appositamente analizzate e studiate per garantirsi una precisa nicchia di ricerca su Google;
- sinonimi delle parole chiave suddette, per rimanere nella sfera semantica dell’argomento principale;
- divisione in paragrafi, che renda il contenuto più fruibile ed elimini fastidiosi e illeggibili muri di testo;
- frasi chiare e semplici, non più lunghe di 25 parole, per una migliore comprensione del testo;
- titoli con una lunghezza ottimale di 66 caratteri (min 55, max 75), necessari per essere più facilmente letti nella SERP di Google:
- utilizzo di forme verbali attive nelle frasi, per semplificare la leggibilità del contenuto.
- il tone of voice scelto insieme il cliente, per rendere il più possibile genuina la comunicazione di un brand.
Lasciare libero un copywriter di creare significa che, nel 99% dei casi, trascinato dalla vena creativa, non rispetterà nessuno di questi paletti.
Lo stesso accadrebbe se, ad occuparsi dei contenuti fosse qualcuno che non fa questo di mestiere.
Il risultato? Il sito web del cliente non sarà ottimizzato per posizionarsi correttamente su Google, non sarà né chiaro né leggibile, perché seguirà i fili logici, spesso sconnessi, del copywriter, non sarà centrato del tutto sull’identità del brand e sarà difficilmente rintracciabile dagli utenti, penalizzando la visibilità online del marchio.
“Improvvisarsi copywriter, per un’azienda, è un grave errore strategico.”
E allora, ahimè, sono il primo a doverlo ammettere: le regole servono.
La bravura di un copywriter sta nel conoscerle e nel sapercisi muovere all’interno, senza snaturare la propria creatività o il messaggio del cliente.
Leggete tra le righe: una vita in bianco e nero
Ma il lavoro di un copywriter non finisce qui e non si limita alla creazione di contenuti secondo regole predefinite, perché finisce per fare la differenza anche come i testi vengono strutturati e organizzati, soprattutto in ottica di user experience e di leggibilità.
E allora, se guardate il presente testo cosa vi colpisce di più? C’è chi vede solo la scritta in nero e chi è colpito, in positivo o negativo, dal bianco tra le righe e tra i paragrafi.
Ecco, dunque, che parole e spazi, in un testo, diventano un tutt’uno e, quindi, il lavoro del copywriter sarà anche quello di saperli calibrare e bilanciare, mettendosi nei panni di chi leggerà il testo.
“Scrivere per generare contatti, scrivere per convertire, scrivere per vendere.”
In altre parole, è vero che le parole servono a riempire zone altrimenti morte della pagina. Ma, altrettanto vero è che gli spazi aiutano ad alleggerire un testo e a rendere più leggibile una storia.
Il mio obiettivo, in questo caso, sarà vestire, per qualche momento, i panni del grafico e creare con le parole un sistema di chiaroscuri che permettano di far risaltare al meglio il messaggio del cliente, nero su bianco.
Il servizio di copywriting: i vantaggi di affidarsi a un professionista
Insomma, come visto, di carne al fuoco ce n’è parecchia e, come detto all’inizio, non si tratta solo di saper scrivere, ma di saper comunicare, di saper ascoltare il cliente e di saper persuadere l’utente a compiere un’azione specifica.
Improvvisarsi copywriter, per un’azienda è un grave errore strategico, soprattutto ora che la comunicazione è quasi completamente digitale e che approcciarsi al Web significa rispettare le regole del gioco (o meglio, di Google).
“Ottimizzare i contenuti testuali in ottica SEO rappresenta il modo migliore per rendere un testo più leggibile e fruibile per l’utente”
La SEO, ad esempio, è oggi imprescindibile da una comunicazione online efficace, che abbia l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del marchio da parte dell’utenza e migliorare la sua visibilità sul Web, soprattutto nei confronti della concorrenza.
Allo stesso tempo, affidarsi a un professionista o a una web agency che abbia al suo interno un copywriter supportato da un intero staff di grafici, sviluppatori, social media manager e creativi, rappresenta un risparmio in termini di tempo nella raccolta, elaborazione, otttimizzazione e stesura dei testi.
E ricordate: un copywriter non salterà mai una scadenza, a costo di lavorare anche di notte, nei weekend e nelle feste comandate. Per lo meno, un copywriter serio.
Senza contare che un copywriter professionista non si discosterà mai dall’obiettivo principale del suo cliente: scrivere per generare contatti, scrivere per convertire, scrivere per vendere.
“Non si tratta solo di saper scrivere, ma di saper comunicare, di saper ascoltare il cliente e di saper persuadere l’utente.”
Fare da sé, senza piena cognizione di causa, significa sprecare tempo e risorse, oltre che realizzare un contenuto spesso di qualità più bassa e non adatto al canale digitale scelto per comunicare lo specifico messaggio.
E allora, al termine di questo doppio articolo sul copywriting, non mi resta che ricordarvi, ancora una volta, che gli strumenti che servono sono tutti lì, a disposizione. Bisogna solo saperli usare.