La SEO è fondamentale per la tua azienda: tanto vale iniziare subito
Ebbene sì, la SEO funziona veramente e molto meglio di tanti altri strumenti di web marketing
Posizionarsi organicamente nella prima pagina di Google non è una passeggiata, ma una scalata per rocciatori esperti. Ci vuole tempo, costanza e resistenza. È un lavoro che richiede uno studio accurato e continuativo, per rimanere al passo con gli sviluppi dell’algoritmo di Google e per andare incontro al meglio ai bisogni dei nostri potenziali clienti. E allora, andiamo a conoscere tutto ciò che si nasconde dietro questo acronimo ormai super-inflazionato.
Oggi parleremo di:
- Search Engine Optimization (SEO): qualche cifra interessante per cominciare
- SEO VS SEM: i vantaggi del posizionamento organico
- I limiti della SEM
- I benefici della SEO
- Ottimizzazione SEO: due strade diverse per conquistare il cuore di Google
- SEO On-Site: qualche termine con cui prendere confidenza
- SEO Off-Site: l’importanza della Link Building
- Quanto costa investire in SEO
- Un’occhiata nel futuro della SEO: 5 trend su cui investire già adesso
Search Engine Optimization (SEO): qualche cifra interessante per cominciare
SEO, tre semplici lettere che nascondono cifre ben più interessanti, che faranno riflettere i più svegli. Lo sapevate, ad esempio, che il 68% degli accessi online inizia da un motore di ricerca? E, parlando di motori di ricerca, sono altri i dati che vi impressioneranno: si stimano in 3,5 miliardi le ricerche effettuate ogni giorno sul web e ben il 93% del traffico globale su internet passa da Google, Google Maps e Google Immagini.
Il bello di Google, però, è che solo lo 0,78% degli utenti che vi digita una query, clicca poi su un risultato presente nella seconda pagina. Insomma, è la prima pagina di Google che conta ed è a quella che, se si vuole venir visti su internet, bisogna puntare. Essere nei primi risultati di Google porta visibilità, che a sua volta porta autorevolezza, che porta reputazione. Risultato: i lead ottenuti con la SEO convertono nel 14,6% dei casi e la SEO porta il 1.000% in più di traffico su un sito rispetto a quanto fanno i social media.
Cifre che spostano necessariamente il fuoco dell’attenzione: se prima eravate concentrati sul vostro sito e sui potenziali clienti, oggi il vostro primo utente è diventato Google, con il suo oscuro algoritmo che insindacabilmente decide se premiarvi o relegarvi in seconda o terza pagina, se non addirittura nelle pagine successive, dove cadrete definitivamente nell’oblio.
E allora, la vera domanda è: come fare a posizionarsi in quegli ambìti primi slot della SERP che Google concede?
SEO VS SEM: i vantaggi del posizionamento organico
I sistemi per posizionarsi lassù in cima sono sostanzialmente due e si trovano agli angoli opposti del nostro ring improvvisato: se all’angolo di destra abbiamo la SEO, stanca e sudata per il duro lavoro svolto, in quello di sinistra c’è la SEM (Search Engine Marketing), fresca e riposata. Se da un lato c’è il cosiddetto posizionamento organico su Google, dall’altro avremo un più semplice e comodo “pago e faccio come mi pare”.
I limiti della SEM
SEO e SEM, entrambe con innegabili vantaggi, ma solo una con limiti evidenti. Certo, affidarsi agli annunci a pagamento per posizionarsi proprio in cima alla SERP di Google sembra il metodo più comodo, perché dà risultati immediati in termini di visibilità online e consente di avere dati in tempo reale sull’andamento della campagna e sul picco di conversioni che ci si aspetta da tale strategia. Nel breve periodo, quindi, la SEM è perfetta. Il problema sorge quando i tempi si dilatano, i costi aumentano e l’efficacia della campagna comincia a dare segni di cedimento. In questi casi, la nostra voglia di investire nella SEM vacillerà e non appena taglieremo i fondi, ecco che la nostra visibilità cadrà al tappeto, scomparendo immediatamente dai gradini più alti della classifica.
I benefici della SEO
La SEO, al contrario, comincia il suo lavoro in sordina, studia l’avversario e si adatta ad esso, finché non è in grado di farsi valere sul lungo periodo. Farla bene significa elaborare una strategia online che sia efficace e sostenibile per mesi o anni e che si autoalimenti con sempre meno sforzo nel tempo. È proprio sul lungo periodo, infatti, che la SEO emerge e contribuisce efficacemente a un posizionamento spontaneo e organico del proprio sito su Google. Questo perché la strategia avrà considerato tutti gli aspetti che sono più “apprezzati” dall’algoritmo di Google e, per questo, verrà premiata.
Significa che i risultati aumenteranno all’aumentare dell’autorevolezza e della visibilità del sito, ma non solo: rimarranno più stabili nel tempo, anche in caso di budget limitato. Insomma, una volta raggiunta la cima della SERP in modo organico, il costo per mantenere tale posizione decrescerà nel tempo e garantirà più visite di una temporanea strategia a pagamento, assicurando, in definitiva, un maggior ritorno sul proprio investimento.
A dimostrazione di questo, non è un caso che il 53% del traffico di un sito arrivi proprio dalla ricerca organica e che i risultati organici proposti da Google attirino 10 volte più click rispetto a quelli a pagamento. Ma allora, il passo successivo sarà capire come rendere il proprio sito Google Friendly. In poche parole, la sfida si gioca tutta su cosa non deve mancare in una buona strategia di ottimizzazione SEO.
Ottimizzazione SEO: due strade diverse per conquistare il cuore di Google
Ottimizzare in ottica SEO significa utilizzare un insieme di tecniche (non a pagamento) che consentano di aumentare la visibilità di un sito web, migliorandone il posizionamento organico nei motori di ricerca. Un lavoro non semplice, che richiede l’intervento di più d’un professionista del web. Per farlo, si può agire all’interno del proprio sito con la cosiddetta SEO On-Site, grazie alla quale si possono gestire e controllare i fattori interni legati alla SEO, oppure si possono trarre benefici dalla SEO Off-Site, che comprende però fattori non dipendenti dal proprio sito e quindi non direttamente controllabili. Entrambe sono oggi necessarie per dimostrare autorevolezza agli occhi di Google e scalare così la sua classifica di preferenze.
SEO On-Site: qualche termine con cui prendere confidenza
E allora, diamo un’occhiata agli elementi basilari che non devono essere sottovalutati da chi si occupa di SEO On-Site:
- Ottimizzazione SEO del codice HTML: parlare la stessa lingua dell’algoritmo di Google è il primo passo perché questo comprenda ciò che il vostro sito contiene.
- Ottimizzazione dell’URL: nell’URL del proprio sito deve comparire la parola chiave per la quale ci si intende posizionare (meglio se questa è una long-keyword specifica e poco inflazionata dai big di internet già posizionati sulle keyword più generiche), ma non deve mancare neanche una struttura solida dell’URL, che permetta all’utente e a Google di capire al volo in che pagina del sito si trova e che vada quindi a tutto vantaggio dell’accessibilità e dell’usabilità dello stesso.
- Ottimizzazione dei contenuti: testi, fotografie, infografiche e video presenti su un sito devono essere unici, originali e non scopiazzati da altri. Devono essere utili per l’utente, oltre che interessanti e sempre aggiornati. L’algoritmo di Google tiene conto di tutto questo e noi possiamo agevolarlo nel suo lavoro con alcuni piccoli accorgimenti legati ai testi e alle immagini:
- Il Tag Title, ad esempio, va studiato bene, perché specifica al motore di ricerca il titolo di una pagina del sito: meglio che sia sintetico e che contenga la keyword, ovviamente.
- La Meta Description è quella frasetta descrittiva che compare nella SERP sotto ogni indirizzo web e, se non influisce direttamente sul posizionamento, è in compenso molto utile all’algoritmo di Google per comprendere al volo il contenuto di un sito. Per questo dovrà essere chiara, accattivante e coerente con il contenuto a cui si riferisce.
- I Tag Heading H1, H2, H3… sono titoli e sottotitoli di paragrafo usati all’interno di una pagina testuale per meglio chiarirne il contenuto e semplificare la lettura all’utente e la sua decodifica al motore di ricerca.
- L’Alt Text è un breve testo nascosto che spiega il contenuto dell’immagine presente sul sito. Agevola Google nella comprensione dell’immagine e per questo è necessario che la descrizione testuale descriva al meglio gli elementi dell’immagine stessa.
SEO Off-Site: l’importanza della Link Building
Se fino a qualche anno fa la SEO On-Site bastava per avere un sito ottimizzato e ben posizionato su Google, oggi non è più così: l’altissima presenza di siti altrettanto ben ottimizzati sulla stessa keyword, oggi rende la scalata della SERP molto più difficoltosa, tanto da dover trovare anche altre strade per conquistare il cuore di Google. La strategia sicuramente più efficace è quella di aumentare l’autorevolezza del proprio sito.
A parità di ottimizzazione SEO On-Site, quindi, saranno strategie esterne al sito a fare la differenza. E se parliamo di strumenti di SEO Off-Site, allora, la cosiddetta Link Building è sicuramente la prima artefice dell’autorevolezza di un sito. Il concetto, in questo caso, non potrebbe essere più semplice: le pagine web più linkate da altri, non lo sono per caso, ma perché presentano contenuti chiari, utili o interessanti che, guarda caso, sono anche le stesse caratteristiche che cerca Google per posizionare un sito. Più si è linkati, più si è autorevoli e meritevoli agli occhi di Google, dunque. Ma non solo: più sono autorevoli le pagine da cui proviene il link e più Google apprezzerà e farà risaltare il nostro sito, così come maggiore sarà la spontaneità dei link in entrata e più alto risulterà il nostro posizionamento. Quest’ultimo concetto è importante perché esistono anche pratiche di link building non spontanee e artificiose, come lo scambio di link tra siti e lo spam.
Ottenere link alla propria pagina in maniera spontanea, quindi, dipende, ancora una volta dalla SEO On-Site e dai contenuti che produciamo e offriamo: che siano di qualità e apprezzati (e quindi linkati) dagli utenti, in quanto, come già detto, chiari, originali, utili e sempre aggiornati.
Quanto costa investire in SEO
Se siete arrivati a leggere fino qui, avrete capito perché investire in SEO conviene, soprattutto ragionando sul lungo termine, avrete compreso in quali modi ottimizzare il vostro sito per entrare nelle grazie di Google e scalare la sua classifica e vi sarete imbattuti anche in alcune cifre che vi avranno mostrato un quadro ben preciso di quanto la SEO funzioni anche in termini di rendimento e risparmio. A questo punto, non resta che rispondere alla domanda più importante di tutte: quanto mi costa la SEO?
Cifre esatte, ovviamente, non si possono dare, perché dipendono dai tariffari di ciascun professionista, ma un’idea ve la possiamo dare a livello di budget. Da tenere conto c’è il fatto che un’attività di web marketing comprende tanti strumenti e solo su alcuni di questi avrà senso investire. E il budget che si ha a disposizione, in questo caso, ha una buona fetta di responsabilità, perché andrà gestito e suddiviso tra tutte le scelte di marketing che si andranno a fare.
Una buona indicazione che ci sentiamo di consigliare è che l’investimento specifico in SEO (comprensivo di tutto ciò che abbiamo detto finora) dovrà attestarsi tra un quarto e metà del budget a disposizione. La SEO sarà, infatti, solo una delle parti della strategia di comunicazione e sarà quindi, nel lungo periodo, complementare e integrativa di altre attività come, ad esempio, la SEM (che può agire da apripista nel breve termine) o come la pubblicità sui social che, se fatta come si deve, può influenzare a livello di reputazione e autorevolezza di un brand.
Un’occhiata nel futuro della SEO: 5 trend su cui investire già adesso
Investire oggi per brillare domani. Una frase che ci spiega che il vero senso di un investimento è il suo potenziale rendimento futuro. Per questo, se investire in SEO è cosa buona, investire in ciò che la SEO diventerà è cosa ottima. Vediamo allora, dove sta andando la SEO e quali sono i trend futuri di questo fondamentale strumento di web marketing:
- Intelligenza artificiale: giocherà un ruolo sempre più decisivo nella SEO. Il RankBrain, l’algoritmo di intelligenza artificiale di Google, sarà fondamentale nel ranking del motore di ricerca e presumibilmente baserà le sue preferenze sui cosiddetti Core Web Vitals (ne abbiamo parlato QUI), sulla user experience e sulla stabilità del sito.
- Ricerca vocale: nel prossimo futuro la ricerca vocale influirà in maniera decisiva sulle query di ricerca. L’avvento di Alexa, dell’assistente di Google e di Siri ha reso questa pratica più semplice e popolare, tanto che entro il 2022 più della metà delle famiglie (55%) possiederà un dispositivo intelligente di questo tipo. Sarà necessario, quindi, ottimizzare il proprio sito per la ricerca vocale non tanto con parole chiave ma con intere frasi chiave, usate spontaneamente dagli utenti a livello di parlato.
- Mobile SEO: entro il 2025 il 73% degli utenti accederà alla rete tramite device mobili. Già oggi, più della metà del traffico di ricerca proviene da smartphone o tablet. Anche Google si sta orientando in tale direzione, privilegiando i siti ottimizzati per i dispositivi mobili… a noialtri non resta che adeguarci.
- Ottimizzazione video: secondo Cisco, in futuro, il consumo di video supererà quello di tutte le altre tipologie di contenuto. Ottimizzare il contenuto video significa non solo ottimizzarne il nome, ma anche descrivere al meglio l’offerta del proprio canale video.
- Ottimizzazione immagini: stesso discorso vale per le immagini, la cui ottimizzazione, già oggi, ha un ruolo importante nelle indicizzazioni di Google. Il futuro vedrà un diverso e più accentuato utilizzo delle immagini online: serviranno per acquistare direttamente prodotti e ottenere informazioni, di conseguenza la loro ottimizzazione, tramite il Tag Alt, la pertinenza al contenuto e l’alta qualità, diventerà fondamentale. Tanto vale iniziare subito.
Ricordiamo, per concludere, che anche la SEO segue la regola più importante di tutte nel web marketing: gli strumenti che servono sono tutti lì, a disposizione. Bisogna solo saperli usare.